giornata internazionale della donna spi cgil bologna

Verso l'8 marzo - Tutte le iniziative SPI del territorio di Bologna

Come ogni anno le leghe dello SPI CGIL della città metropolitana di Bologna si sono prodigate in uno sforzo organizzativo e politico enorme per dare il giusto risalto alla data del 8 marzo, giornata internazionale delle donne.

Di seguito le iniziative organizzate sul territorio (in aggiornamento).

LEGA SPI SAN GIORGIO DI PIANO

“Sindrome Italia – Storia delle nostre badanti”

Presentazione del libro con le autrici Tiziana Vaccaro e Elena MIstrello

Venerdì 3 marzo ore 21, sala consiliare, via libertà 53

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LEGA SPI VERGATO

Distribuzione mimosa

Lunedì 6 marzo 2023, ore 9-12, piazza IV Settembre

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LEGA SPI CASTIGLIONE

Distribuzione mimosa

8 marzo, 0re 9-12, piazza del Municipio

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SAVENA

Iniziativa “Le donne non si toccano neanche con un fiore” insieme a Marzia Benassi, Mauro Colombarini, Mirella Signoris, Katia Graziosi, Francesca Francese con testimonianza dell’attivista iraniana Soyhla Arjomand

7 marzo, ore 15, sala polivalente quartiere Savena, via Faenza 4, Bologna

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LEGA SPI MONTERENZIO

Pranzo della Mimosa

8 marzo, ore 12.30, Ristorante Dama 40 Zero 50

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LEGA SPI MALALBERGO

Distribuzione mimose e raccolta fondi per la casa delle donne

8 marzo, Alimentari fianco al Comune di Malalbergo/Edicola di Altedo/COOP di Altedo

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LEGA SPI VADO MONZUNO

Distribuzione mimose

8 marzo, ore 9-12, Piazza del Mercato

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LEGA SPI MONTE SAN PIETRO

“Cipolla – Tita Ruggeri sfoglia Wislawa Szymborska” spettacolo teatrale

4 marzo, ore 20.30, Auditorium dell’Istituto Comprensivo, Calderino

“La cultura delle donne” presentazione delle ricette dagli angoli del mondo

8 marzo, ore 10.30, Sala conciliare del centro civico culturale, Calderino

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LEGA SPI CASALECCHIO

“Paesaggi di donne – Tita Ruggeri e Loredana D’Emilio” Passeggiata spettacolo

11 marzo, ore 10.00, per informazioni e prenotazioni scaricare il volantino qui in basso

“Donna vita libertà” Un incontro per conoscere, discutere, capire ciò che accade in Iran

9 marzo, ore 15.00, via Canonica 18, Casalecchio di Reno

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LEGA SPI CASTELMAGGIORE

“I diritti delle donne nel mondo” con saluti del sindaco ed esibizione della scuola di ballo ritmo danza

8 marzo, ore 15.30, Centro sociale Sandro Pertini Castelmaggiore

“The Show” spettacolo dell’associazione Rose Rosse

11 marzo, ore 21.00, presso Teatro Biagi D’Antona di Castelmaggiore

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LEGA SPI SAN LAZZARO DI SAVENA

“Il lavoro e le lotte delle donne” conferenza. Scarica il volantino per leggere gli interventi

8 marzo, ore 17, Centro Malpensa, via Jussi 33, San Lazzero di Savena

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LEGA SPI ZOLA PREDOSA

Distribuzione mimosa

8 marzo, mattina, Ponte Ronca (edicola), Casa Salute Zola Centro, Ufficio Postale Zola Centro, Riale (edicola)

“Pomeriggio donna – the, chiacchere e tanta voglia di stare insieme” ingresso gratuito

8 marzo, dalle ore 16 alle 18, Centro socioculturale “Sandro Pertini”, via Raibolini 44, Zola Predosa

“Ne ho fatte di tutti i colori…” ricordo di Marta Murotti, un ragazza degli anni ’50 – Spettacolo teatrale

16 marzo, ore 21, Auditorium Spazio Binario. P.zza della Repubblica 1

Scarica il volantinoScarica il volantino Pomeriggio DonnaScarica il volantino per iniziativa 16 marzo

Verso il 25 aprile - Tutte le iniziative

Come ogni anno lo SPI CGIL Bologna si è impegnato per organizzare celebrazioni, feste, ricordi, appuntamenti culturali e ricreativi per ricordare il 25 aprile, festa della Liberazione dal Nazifascismo.

LEGA SPI CGIL RENO-GALLIERA
Camminata del 25 aprile

LEGA SPI CGIL VALSAMOGGIA
A 100 anni dalle violenze fasciste

LEGA SPI CGIL SAN GIOVANNI PERSICETO
Tracce partigiane – Storie locali di Lotta Antifascista

LEGA SPI CGIL MALALBERGO
Riscoprendo il Casone del Partigiano in bicicletta

LEGA SPI CGIL SAN PIETRO IN CASALE
Festeggiamenti per il 77° anniversario della Liberazione

LEGA SPI CGIL SAN GIORGIO DI PIANO
Celebrazioni e iniziative per il 77° anniversario della Liberazione


A Zola Predosa è stato inaugurato "Lavino il Pulmino" - Un nuovo servizio per la micromobilità

Dopo il “taxi sociale” partito ai primi di marzo – una convenzione stipulata dal comune di Zola Predosa con COTABO, che consente di abbattere i costi del servizio di taxi per le persone che si debbono recare presso i nostri ospedali (il progetto prevede infatti la riduzione delle tariffe del taxi agli utenti – con un ISEE inferiore ai 26.000 euro –  che si debbono recare presso gli ospedali Dossetti di Bazzano, Maggiore, Sant’Orsola, Rizzoli e Bellaria di Bologna), un altro importante tassello , nel versante della micromobilità,  è stato inaugurato nella giornata odierna.

Si tratta di “Lavino il Pulmino” un servizio sperimentale, totalmente gratuito che grazie alla collaborazione con i volontari di Auser, rappresenterà una bella opportunità per tutti coloro che desiderino recarsi al mercato di Zola Centro, il lunedì mattina, ma non lo possono/riescono più a fare a causa delle difficoltà di spostamento, tipiche della popolazione anziana, ma non solo.

Il servizio prevede, all’andata, 4 punti di fermata dislocati nei luoghi principali delle frazioni comunali e, per il rientro, il ritrovo presso la postazione nel parcheggio del municipio.

Entrambi i servizi rientrano nel più ampio contenitore della “CORESIDENZA SOLIDALE”, un progetto proposto e promosso, con grande impegno e tenacia, dalla nostra Lega SPI CGIL e CGIL della zona “Reno, Lavino, Samoggia” congiuntamente a CISL e UIL per una risposta al bisogno di “micromobilità”.

Lentamente stiamo dando corpo alla nostra idea di comunità: UNA COMUNITA’ SOLIDALE , UNITA E COESA dove le persone si riconoscono nel valore della solidarietà che, sotto la spinta sindacale, le nostre istituzioni locali promuovono con azioni positive.


Inaugurazione nuova sede Monghidoro

Giovedì 17 marzo alle ore 10.30 verrà inaugurata la nuova sede della Camera del Lavoro metropolitana di Bologna a Monghidoro.

La CGIL e lo SPI di Bologna inaugureranno una nuova sede in Via Roma 1 a Monghidoro, testimonianza di un impegno concreto della volontà di stare sempre più vicino ai lavoratori e pensionati delle nostre comunità.

La nuova sede permetterà agli iscritti e alle iscritte della zona di poter accedere ai servizi fiscali, previdenziali e all’assistenza sindacale individuale e collettiva.

Saranno presenti all’inaugurazione:
Sonia Sovilla, Segretaria CDLM di Bologna;
Antonella Raspadori, Segretaria Generale SPI CGIL Bologna;
Barbara Panzacchi, Sindaca di San Lazzaro di Savena.

La nuova sede si aggiunge al lunghissimo elenco dei nostri uffici sul territorio della città metropolitana di Bologna.

In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti sarà possibile accedere solo in possesso di GREEN PASS.


Virginio Merola si tessera allo SPI CGIL Bologna

Ieri mattina è venuto a trovarci Virginio Merola, ex sindaco di Bologna e attuale presidente dell’ Istituto Storico Parri – Bologna Metropolitana.
Virginio ha rinnovato anche in pensione la sua adesione alla CGIL, iniziata anni fa con la Filt Cgil ER-Bologna, iscrivendosi al Sindacato Pensionati Italiani di Bologna.
“Dove c’è CGIL c’è casa” ha detto l’ex sindaco.
Guarda il video!


Spi CGIL Ticket sanità

Esenzione ticket per reddito sul Fascicolo Sanitario in Emilia-Romagna

A partire da quest’anno le esenzioni dal pagamento del ticket sanitario per reddito saranno rilasciate in automatico dalla Azienda sanitaria locale, sulla base degli elenchi forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo quanto previsto dalla normativa statale. In Emilia-Romagna tali esenzioni hanno cominciato a essere registrate informaticamente già dall’ottobre 2021.

Non si tratta dell’unica novità: un decreto ministeriale ha posto fine alle esenzioni con validità illimitata.

A partire dal 2022, dunque, tutte le esenzioni ticket per reddito, per disoccupazione e per i nuclei familiari con almeno 2 figli a carico avranno validità annuale: dal 1° aprile al 31 marzo dell’anno successivo.

Come conseguenza di ciò, in Emilia-Romagna nel corso del 2022 saranno progressivamente chiuse le esenzioni con validità illimitata, richieste tramite autocertificazione prima del 2021, che non risulteranno confermate dal ministero.

A partire dalla seconda metà di marzo tramite Fascicolo sanitario elettronico i cittadini potranno verificare se l’esenzione è stata rilasciata d’ufficio da parte dell’Azienda sanitaria.

STIAMO ANCORA MONITORANDO LA SITUAZIONE, VI TERREMO AGGIORNAT* SULLE NOVITA’!


Nella Baroncini pietra di inciampo

La storia di Nella Baroncini

“Mia zia, scomparsa nel 2015, si chiamava Nella Baroncini e insieme a tutta la famiglia fu arrestata e deportata nei campi di concentramento nazisti in Germania, perché antifascisti.Dai campi tornarono solo Nella e la sorella Lina; la madre Teresa e la sorella Iole persero la vita a Ravensbruck, il padre Adelchi morì al castello di Hartheim, non distante dal lager di Mauthausen.”

Inizia così il ricordo commosso di Giorgia, pronipote di Nella. Il ritorno alla vita di Nella Baroncini e di sua sorella Lina comincia quando, il 30 aprile del 1945, i russi liberano il campo di Ravensbruck, dove la madre e una sorella sono morte di stenti e di malattia. Prima di quel momento altri due pezzi di vita: il primo in una famiglia di origini contadine che aveva respinto l’ idea e la pratica del regime fascista, impegnandosi attivamente:.

“Anche se i contatti con il mondo della resistenza li aveva il padre, furono le figlie ad attivarsi, a rendersi utili con i mezzi che avevano. Vennero dunque impiegate nella produzione dei testi per la propaganda antifascista, battendo a macchina i manifesti e gli articoli per L’unità, La lotta, Noi donne, e nella distribuzione clandestina di materiale divulgativo, fino alla denuncia di un collega che si professava antifascista” continua Giorgia.

Poi il lager, l’orrore. Ancora Giorgia: ”Ravensbruck era un campo di concentramento femminile finalizzato alla rieducazione delle deportate politiche; in realtà era un campo di lavoro e sterminio. Vi morirono, si stima, circa 92.000 donne “non conformi”, giudicate inutili dal regime: in prevalenza oppositrici politiche, ma anche lesbiche, rom, prostitute, disabili, donne con problemi psichici e sociali, ebree e “misto-ebree”. Morivano per fatica e stenti, e verso la fine della guerra, o quando non più abili al lavoro, vennero sterminate.”

Una nuova vita

La nuova vita comprende la fatica di ritrovare quella normalità che, dopo l’orrore, sembra impossibile: “Ancora adesso mi sembra che la mia vita si sia fermata là” disse Nella in una testimonianza. Ma comprende anche l’impegno della memoria, perché l’orrore non torni a strappare le persone dalle loro case. Giorgia prosegue: “Ecco perché Nella si adopera per fondare la sezione bolognese dell’Aned, e per tutta la vita, finché la salute glielo consente, si dedica all’Associazione. Non ha mai amato essere al centro dell’attenzione e, anche quando veniva chiamata a raccontare la sua vicenda, lo faceva con pudore, perché temeva di essere fraintesa, di non essere efficace. Ma continuerà a farlo per tutta la vita, nelle scuole con i ragazzi, nei viaggi organizzati dall’Aned nei campi nazisti e nelle interviste”.

In loro onore Giorgia si è associata e collabora con l’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati), custode della memoria dei deportati, anche quando i testimoni diretti non ci saranno più.


8 marzo 1945, 8 marzo 2022

Già l’otto marzo del 1945, nelle parti d’Italia liberate con la sconfitta del nazifascismo, la celebrazione della Festa italiana della Donna rivide la luce dopo decenni di oscurità.

Nel Paese, la giornata storica in cui le donne rivendicano le conquiste per i diritti, le battaglie vinte e da vincere, venne soppressa dal regime fascista. Ma le donne, fra le macerie della guerra, continuarono nella clandestinità a mantenere vivo quel seme, germoglio per le future generazioni.

Questa equivalenza, la volontà di riscatto femminile, si concretizzò in quelle donne che fecero la Resistenza e nelle numerose altre su cui gravò il peso di una realtà disgregata da lutti e rovine, creando le condizioni di un loro pieno riconoscimento nella società civile. Riflettendo su tutto ciò, è lecito chiedersi: oggi, nel vortice epocale del Coronavirus, la storia si sta ripetendo, pur in forme diverse?

Attraverso quale comparazione dobbiamo osservare il “logo” dell’otto marzo, simbolo della realtà femminile? Non ci sono eserciti schierati, ma è indubbio che abbiamo vissuto una
sorta di terza guerra mondiale, apertamente non dichiarata. Ricade sui più deboli e in particolar modo, come sempre, chiama in causa la fragilità della condizione femminile.

Protagoniste di una storia

Anche la pandemia di allora fu crudele, ma riconoscibile, la si potè combattere, pur se a costi di sacrifici umani, differentemente da quella attuale, subdola e sfuggente. Anche questa sta lasciando macerie, toglie libertà, mina la convivenza e la nostra fiducia, tenta di scolorire i ciclici appuntamenti come quello della mimosa che per lungo tempo, sino ad oggi, ci hanno
rassicurato sulla tenuta della democrazia.

Ancora una volta, sono state protagoniste dell’odierna Resistenza le donne, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, nell’assistenza.
Sono un punto di riferimento, ora come allora. La pandemia non conosce la storia, ma riesce a fare quanto la “bestia” feroce del secolo scorso. Oscurando la Festa Internazionale delle donne, in realtà cede ad ognuna di esse, nel loro agire quotidiano, tra le pieghe della vita sociale, il compito di tenere viva e forte la loro identità. Allora, pur tra mille difficoltà, ogni giorno è un Otto Marzo!

Articolo di Renzo Fantoni per la Spinta


Piccola storia dell'8 Marzo

Tutti fanno risalire la festa dell’8 marzo -la festa della donna-  alle operaie dell’industria tessile Cotton di New York uccise da un incendio nel 1908. Quella tragedia, però, è stata confusa con un’altra, avvenuta nella stessa città nel 1911, nella quale si registrarono 146 vittime fra cui molte donne. Nella realtà storica, ciò che ha realmente portato all’istituzione di questa festa sono state le rivendicazioni dei diritti femminili, tra i quali spiccava il diritto di voto.

Vediamo qui di fare chiarezza sulla data dell’8 marzo attraverso una piccola cronologia sulla Giornata internazionale delle donne:

  • Il primo evento importante fu certamente il VII Congresso della II Internazionale socialista, che si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, dove si discusse del voto alle donne e della “questione femminile”.
  • Il 3 maggio 1908 Corinne Brown presiedette la conferenza del Partito socialista a Chicago, ribattezzata “Woman’s Day“, in cui vennero trattati principalmente tre cose: lo sfruttamento delle operaie, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto.
  • Alla fine del 1908 il Partito Socialista americano decise di organizzare per l’ultima domenica di febbraio del 1909 un corteo-manifestazione per il voto alle donne. Quindi la prima “giornata della donna” si svolse negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909.
  • Nella seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste svoltasi a Copenaghen il 26 e 27 agosto 1910, fu istituita una giornata internazionale dedicata ai diritti delle donne.
  • Inizialmente, negli Stati Uniti e in vari Paesi europei la giornata delle donne si svolse in giorni diversi.
  • Fino alla Prima guerra mondiale furono organizzate molte e diverse giornate dedicate ai diritti delle donne.
  • A San Pietroburgo, l‘8 marzo 1917, un corteo di donne manifestò chiedendo la fine della guerra.
  • Per ricordare tale avvenimento, nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, svoltasi a Mosca nel 1921 venne stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia.
  • In Italia la prima giornata della donna si tenne nel 1922, ma non l’8 bensì il 12 marzo.
  • Saltato il periodo fascista, si riprese nel settembre 1944 a Roma, dove venne istituita l’UDI (Unione Donne Italiane) e si decise di festeggiare l’8 marzo successivo come giornata della donna nelle zone liberate dell’Italia.
  • Dall’anno successivo s’introdusse la mimosa come simbolo di questa festa. Tale fiore, fu il prescelto perché stagionale e poco costoso.
  • Nel 1975 i movimenti femministi di tutto il mondo stabilirono che l’8 marzo fosse la data definitiva a favore dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.


Tina Anselmi - Le radici della nostra democrazia

Staffetta partigiana, politica, ministra: tante sfaccettature, tutte impegnative, per una donna unica. Una donna onesta, nel senso più alto del termine, in tutti i ruoli rivestiti.

Questo è stata Tina Anselmi, da Castelfranco dove nacque e, a soli 17 anni, scelse di entrare nella Resistenza, alla Roma delle alte sfere politico-istituzionali, dove divenne ministra nel 1976, la prima nella storia del nostro Paese, poi presidente della commissione P2. Della sua scelta di diventare staffetta, nome di battaglia Gabriella, parla lei stessa nella sua autobiografia, “Storia di una passione politica” (Sperling & Kupfer), curata da Anna Vinci:

«Non ho mai pensato che noi ragazze e ragazzi che scegliemmo di batterci contro il nazifascismo fossimo eccezionali, ed è questo che vorrei raccontare: la nostra normalità…».

Militante dell’Azione cattolica, amica e discepola di Aldo Moro, deputata nel 1968, ministra nel 1976, prima del Lavoro e poi della Sanità.
Avrebbe potuto diventare presidente della Camera o del Senato, invece accettò, su richiesta di Nilde Iotti, di guidare la commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. Il che le procurò, per il suo rigore nella ricerca di una verità difficile da raggiungere per i tanti depistaggi, innumerevoli nemici.

Prova ne sia che, nel 2004, presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il dizionario biografico delle donne italiane, commissionato dal ministro delle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, a Pialuisa Bianco, alla voce Anselmi Tina recita: «Moralismo giacobino, istinto punitivo… E ancora: «improbabile guerriera. Furbizia contadina».

Tina Vagante

Fu ostacolata in tutti i modi, fu minacciata con tritolo sotto casa, pedinata per cercare elementi contro di lei per infamarla. Fu lasciata sola dal suo partito, ma gli altri partiti non furono da meno. Quando nel 1984 la commissione fu chiusa, finì di fatto anche la carriera politica di quella che, dentro la DC, era soprannominata la “Tina vagante”.

Sul Corriere della Sera, il 29 luglio 1984, intervistata da Viviana Kasam, sulla condizione della donna dice: «…una donna che riesce, riesce per tutte le altre. Me ne sono accorta dalle lettere, dalle adesioni che ho avuto come presidente della commissione P2. Le donne hanno bisogno di trovare in un’altra donna la dimostrazione che è loro possibile essere e fare. L’esempio le aiuta ad acquistare una maggior fiducia in se stesse». E ancora: «… per la legge sulla violenza sessuale, su cui le donne dei vari partiti partivano da posizioni molto diverse, avremmo trovato un compromesso se non fosse stato per gli uomini che sono intervenuti. Credo anche che questa solidarietà sia l’unica carta vincente per allargare la presenza femminile in politica. Chi arriva ha anche una funzione promozionale, deve esserne consapevole e fare da treno per le altre. Altrimenti, non serve a nulla. La singola che arriva c’è sempre stata, è l’eccezione che conferma la regola. Ora è importante arrivare in molte».

Questo era Tina Anselmi, partigiana, politica, ministra, presidente della commissione P2, DONNA.