La contrattazione sociale nell’area metropolitana 2021-2022 si è avviata a fine 2021, su tutto il territorio metropolitano, la consueta stagione di contrattazione sociale, in occasione della presentazione dei bilanci comunali di previsione.
Un avvio faticoso, a causa anche dall’emergenza sanitaria, con le incertezze che ancora permangono. Inoltre, nel mese di Ottobre, la definizione degli incarichi, in particolare quelli metropolitani, nella nuova amministrazione comunale di Bologna.
Come sindacati, presentate a tutti le piattaforme, si sono avviati i confronti con la maggioranza di quei comuni che avevano deciso di approvare i bilanci preventivi entro il 2021, mentre alcuni procederanno all’approvazione dei loro bilanci solo nei primi mesi del 2022.
Si sono raggiunti accordi con vari comuni, anche se si evidenziano alcune criticità.
Quali comuni abbiamo coinvolto?
Oltre al confronto con il comune di Bologna, sono stati 25 gli incontri con i Comuni e due con le Unioni. I 20 comuni coi quali si è giunti ad un accordo sono: Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Valsamoggia, Monte san Pietro, Loiano, San Lazzaro, Ozzano, Granarolo, Malalbergo, Minerbio, Baricella, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Calderara di Reno, Argelato, Bentivoglio, Pieve di Cento e Castello d’Argile, Lizzano in Belvedere e Camugnano.
Con gli altri cinque la trattativa si deve ancora concludere, ma potrebbe avere esito negativo a Monterenzio, Crevalcore, Castel Maggiore, San Pietro in Casale e Galliera. Nelle due unioni incontrate finora, Reno Lavino Samoggia e Unione dell’Appennino, si sono raggiunte intese sul bilancio.
Gli effetti della pandemia hanno aggravato le difficoltà di alcuni bilanci comunali, soprattutto a causa delle spese sostenute per affrontarla. Questa la ragione sostanziale del dissenso da parte sindacale sulle manovre preventive di bilancio, in quanto alcuni comuni hanno deciso di aumentare le tariffe.
Non potevamo condividere questa scelta, quando anche la manovra governativa, per quanto a parer nostro insoddisfacente, prevedeva una riduzione delle tasse per i cittadini.
Aumentano le tariffe?
Inaccettabile che, mentre il governo dava con una mano, i comuni prendessero con l’altra. A maggior ragione, dal momento che diverranno necessari confronti specifici coi Comuni sulle modifiche delle nuove fasce tributarie che saranno introdotte e incideranno sicuramente sulle tariffe comunali e sulle relative entrate.
In alcuni casi, sul fronte degli aumenti tariffari, abbiamo chiesto ed ottenuto dai Comuni (Granarolo) modalità di restituzione degli aumenti previsti, in particolare per i lavoratori e i pensionati sotto certe soglie di reddito, per ridurre o evitare che paghino sempre le persone che noi rappresentiamo, men che meno i più fragili.
Altri punti rilevanti negli accordi riguardano, in molti casi, l’impegno dei Comuni a redigere il Piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PeBa) ma anche, nella stragrande maggioranza dei casi, l’assicurazione che si provvederà alla costituzione di un “Tavolo Anziani”. Come SPI, lo reputiamo uno straordinario strumento di confronto che ci aiuterà, raccogliendo i bisogni delle persone fragili, a conoscere la realtà dettagliata del territorio, in particolare delle persone non autosufficienti.
Potremo cosi discutere, proporre e concordare interventi mirati per meglio tutelare i nostri rappresentati. Insomma, si è di nuovo avviato un lavoro importante, anche se difficile, che ci impegnerà a ottenere risultati concreti per le nostre iscritte e i nostri iscritti anche per il 2022, e sul quale vi terremo aggiornati.
Articolo di Fausto Nadalini, segretario dello SPI CGIL Bologna, sul numero di febbraio della SPINTA.